giovedì 28 marzo 2013

La storia di Lino

Tuk . Tuck tuck .. Tump tump .. Scrick _ Scri-i-ick _ _ Strack! Ehi! Ooooo Issa! Ciao, mi vedi? Sono Scricchio, per gli amici Scrich. Cosa state facendo di bello? Che ne dite di passare un po’ di tempo insieme ascoltando una bella storia? Si? Bbbene! Son contento! Allora direi di iniziare. La storia che sto per raccontare si intitola semplicemente “La storia di Lino ” e Lino è lo scoiattolo che vedete qui sotto. Hem… ho preso in prestito qualche foto dall’album di famiglia della mamma di Lino, ma la signora scoiattolo mi perdonerà, perché sa che quella che state per leggere è la storia di un’amicizia straordinaria, che supera la paura e la diffidenza. Ma partiamo dall’inizio. Lino nacque in un luminoso giorno di luglio: era il primo cucciolo che mamma scoiattolo metteva al mondo e, forse per questo o chissà per quale altra strana ragione, Lino era un po’ più piccino rispetto alla grandezza media dei suoi cuginetti, che erano venuti alla luce durante quella splendida annata. Per tale ragione mamma scoiattolo decise che il suo nome doveva essere Lino: Lino il suo amato scoiattoLino; Lino, il suo primo cuccioLino. Vi mostro altre foto che sono state scattate a Lino, man mano che cresceva: Ecco Lino a un mese di vita, la prima volta che tocca terra, poi c’è Lino a due mesi che sbircia all’interno di un tronco cavo e Lino, due settimane dopo, che si avventura con la mamma, nei pressi di uno steccato fatiscente situato all’interno del parco forestale in cui viveva. Intanto Lino cresceva, ma dentro di sé era e rimaneva ancora un cuccioletto. Qui lo vediamo che imbuca la lettera per Babbo Natale, perchè… diciamocelo… a Lino piaceva credere alle favole e la storia di Babbo Natale, certo che doveva essere vera. O no? Babbo Natale a parte, a Lino piacevano tante altre favole e per fortuna sua, mamma scoiattolo ne aveva tante da raccontare. Le sue preferite erano quelle relative ai due cugini Cip e Ciop, quelle di Alvin Superstar e dei suoi simpatici fratelli e, per finire, quelle relative a Scrat, il suo lontano parente vissuto ai tempi dell’era glaciale. A mamma scoiattolo non dispiaceva raccontare al suo piccolo tutte queste favole. Per la verità trovava che questo fosse un modo come un altro per trasmettergli un po’ di conoscenza e di tradizione, di valori, moniti e… raccomandazioni. Le capitava infatti di infilare tra una favola e l’altra i racconti di scoiattoli che erano finiti prigionieri dell’animale che cammina su due zampe. I malcapitati venivano rinchiusi in mini gabbie o portati in speciali zone chiamate zoo, dove li attendeva una monotona e sedentaria vita, a suon di pappa a tutto spiano ed esorbitante ingrasso finale. Non mancavano i racconti dell’orrore secondo cui i più sfortunati andavano incontro alla morte, finendo imbalsamati o impellicciati per un evanescente piacere estetico… il tutto sempre per mano dell’animale che cammina su due zampe. Lino ascoltava attentamente le parole di mamma scoiattolo e non poteva fare a meno di chiedersi se tutte queste storie non fossero altro che delle leggende metropol-forestali o delle esagerate montature per instillare in lui un certo non so che di timore e diffidenza, al fine di restare il più possibile lontano dai pericoli. A dirla tutta, Lino aveva sentito in giro il racconto di altri suoi amici scoiattoli che dicevano di essere stati trattati bene dall’uomo (era questo il nome con cui veniva designato l’animale che cammina su due zampe). Alcuni scoiattoli del parco ricevevano spesso in regalo dalle mani dell’uomo tanto cibo a volontà: semini di ogni tipo, pezzettini di pane o di focaccia e persino… delle noci di cocco? °.° Inoltre sembrava che, quando qualche scoiattolo rimaneva orfano del padre e della madre, l’uomo li adottasse, riservando loro un caldo riparo dove accudirli amorevolmente. Per la verità anche Lino ebbe il modo di riconoscere che la mano dell’uomo fosse dopo tutto una mano amica. Un giorno gli capitò infatti di scorgere l’animale che cammina su due zampe: si stava allontanando, dopo aver abbandonato per terra una grossa noce. Dovete sapere che all’interno del parco c’era solo un albero di noci e la stagione dei frutti era trascorsa ormai da un bel pezzo. Per Lino quella noce rappresentava un’incredibile golosità e non poté fare a meno di avvicinarsi per farla sua. Quatto quatto, si appropinquò furtivamente, con nella testolina i terribili racconti di mamma scoiattolo. “Che fosse stata quella noce una sorta di esca per essere catturato e portato via lontano?” si chiese con il cuore che gli batteva forte. Lino raggiunse la noce, annusò per benino per capire se per caso non fosse avvelenata e, dopo averla presa tra i denti, schizzò via a tutto razzo. “Mmmm… che bbbuona questa noce” disse tra sé e sé, mentre gustava ogni singolo granello del delizioso frutto. “Nessuna trappola, nessun inganno… per me solo il piacere di un gradito omaggio”, aggiunse Lino tutto soddisfatto. Passò un anno ed un secondo volgeva ormai al termine. Tutti gli abitanti del bosco stavano facendo le opportune scorte invernali e Lino, come al suo solito, non poteva fare a meno di notare i generosi regali che la mano dell’uomo concedeva agli abitanti del parco forestale. Infine arrivò il grande freddo e la neve ricoprì di bianco tutto il parco. Come qualcuno di voi saprà, gli scoiattoli non vanno in letargo, ma in compenso si concedono dei periodi di lungo sonno alternati a periodi di modesta attività. Quell’anno Lino non riusciva a chiudere occhio, se ne andava in giro con una gran voglia di incontrare l’uomo, di conoscerlo e di vedere quale fosse il suo rifugio. Fu un inverno ben speso. Col giungere dei primi caldi, aspettò che mamma scoiattolo si svegliasse dall’ultima dormitina che si era concessa; a quel punto Lino raccolse tutta l’energia di cui era capace e scattò dritto dritto verso la tana della mamma. “Mamma, ti abbraccio e ti saluto. Ho deciso di seguire le orme dell’uomo. Voglio conoscerlo, voglio vedere dove abita, voglio capire anche come fa a recuperare tutto quello squisito cibo. Non preoccuparti per me, immaginami come fossi SuperSquirrel, a cui nulla di male potrà mai capitare”. “Uhaaa… per gli dei di Scoiattolandia e di tutto l’universooo!!! Cosa ho fatto di male per meritarmi una simile preoccupazioneee!!! O Signore Dio Scoiattoloso che dimori nella Grande Tana, abbi pietà di me e del mio giovane ed alquanto stolto pargoletto. Sig… sob… uff… e poi ancora… uhaaa!!!”. Mamma scoiattolo non si dava pace: tra un’imprecazione, un pianto a dirotto, una preghiera al buon Dio ed una supplica al volere propizio di fate, gnomi, elfi … e chi più ne ha più ne metta… non poteva che sospirare al pensiero di tutti gli scoiattoli che vivevano nei pressi del suo albero, che presto o tardi avevano trovato una graziosa scoiattolina e, dopo essersi affettuosamente dichiarati, avevano trovato qualche tana disabitata dove trascorrere una vita spensierata. “Il mio Linooo, che fine farà!?!?? Nella migliore delle ipotesi finirà col diventare il misero schiavo di quell’uomo che tutti e tutto asserve ai suoi piedi”. “Diventerà infelice; cosa spera mai di trovare?”. Poi, ricordando il famoso detto “chi va con lo zoppo impara a zoppicare”, non potè che scuotere il capo al pensiero del suo cucciolo in preda al vizio del fumo, dell’alcool e di chissà quali altre strane erbette: brutti vizi di cui l’uomo generalmente era lui stesso preda. Ma Lino non si fece condizionare. Dopo tutto era la sua vita. “Certo in giro c’erano esseri loschi e furtivi, ma non ve n’erano anche nel mondo degli scoiattoli?” rifletté tra sé, ricordando quello strano tipo dello scoiattolo volante, che faceva saltare in aria tutti quanti, ogniqualvolta giungeva balzando alle spalle del malcapitato di turno?”. “E poi, se alcuni uomini sono crudeli, lo dovevano per forza essere tutti quanti gli altri?”, rifletteva tra sé Lino, aggiungendo anche: “Come può essere così spietato quell’essere umano, se poi si prende cura degli abitanti del parco, dando loro del buon cibo; specie quando questo viene a mancare?”. Fu così che lo scoiattolo Lino si mise in attesa. Non sempre l’uomo faceva visita al parco. Bisognava saper aspettare. Il giorno propizio finalmente arrivò. Lino sentì giungere da lontano l’odore dell’uomo di cui ormai conosceva le fattezze. Si nascose dietro un tronco e solo la testa faceva capolino da dietro di esso, di modo che riuscisse a sbirciare cautamente senza troppo dare nell’occhio. Ma l’uomo aveva una grande vista e notò il solitario scoiattolo. Comprendendo la sua curiosità e la disponibilità a farsi conoscere, l’uomo fece qualche passo nella direzione del tronco. Lino ascoltò il suo cuoricino: è vero, gli batteva forte, ma non gli suggeriva la presenza del pericolo. Accadde allora che si protese ancor di più verso l’uomo. L’uomo mise a disposizione tutto il suo tempo e la sua pazienza per fare in modo che lo scoiattolo prendesse la dovuta confidenza e quando fu il momento giusto, allungò la mano verso lo scoiattolo. Lino si avvicinò ulteriormente e scoprì che nella mano dell’uomo giaceva un gradito regalo. Vi saltò sopra eee… gnam… “Ma quanto era buona quella noce!”. Da quel giorno l’uomo e Lino divennero grandi amici. L’uomo donava a piene mani e lo scoiattolo Lino nel giro di breve si trovò con l’aver accumulato un ricco tesoro, tanto che.. a voi che siete ora in ascolto svelo un segreto super super-segreto: fu proprio lo scoiattolo Lino a coniare il famoso proverbio “Chi trova un amico trova un tesoro!!!”. Non lo sapevate vero? ;-) Ricordatate del famoso proverbio ogni qualvolta conoscerete un nuovo amico e ricordatevi anche del buon Lino, che col suo coraggio e la straordinaria abilità nell’ascoltare il proprio cuore, diede un colpo di spugna a tutte le altrui credenze, andando incontro ad un felice futuro. * * * Dedico questa storia al mio Maestro Paolo, da alcuni anni preziosa presenza amica nella mia vita e la dedico anche a ciascuno di voi con l’Augurio di saper riconoscere e saper accudire le amicizie più preziose e sincere. Simona

3 commenti:

  1. Ciao Simona,
    la tua favola mi è piaciuta moltissimo e le foto con cui l'hai accompagnata sono dolcissime. Che la forza di Lino sia con noi!!

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  2. :)

    Bella la frase "Che la forza di Lino sia con noi!"

    Eh si... ;D

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  3. Proprio bella Simona! Davvero Dolce! Grazie. Farida

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..e tu cosa ne pensi? Grazie :-)