venerdì 29 marzo 2013

Lo scalatore illuminato (ovvero il mistero della fede)


"Più importante di Dio è la fede. Se preghi con fede una sardina in scatola, quella può farti il miracolo".
Alejandro Jodorowsky


C'era una volta, moltissimo tempo fa, un giovane uomo, che aveva una vita comune a quella di tanti altri: lavorava, aveva una moglie e dei figli, qualche amico, giornate felici e altre meno. Aveva però una caratteristica che lo distingueva dalla maggior parte dei suoi simili. Era solito farsi moltissime domande riguardo alla vita e alla morte, al senso delle cose, al mistero del creato. Quest'uomo aveva anche un passatempo: amava scalare le montagne. Gli dava la carica, lo faceva sentire leggero, gli lavava i pensieri dalla mente, lo trasformava per qualche ora in un essere veramente libero.
Dunque... un giorno l'uomo stava scalando una vetta particolarmente ardua, di quelle pericolose, che erano soliti affrontare scalatori molto esperti. Era solo, molto concentrato. A metà della scalata si fermò a riposare su una piccola piazzola scoscesa scavata nella roccia. Mentre si godeva il panorama, notò qualcosa che lo lasciò senza fiato. Uno splendido fiore bianco, delicato e setoso, piccolo ma forte sul suo stelo spesso e vellutato. Non seppe dire perché, ma quel fiore ebbe immediatamente su di lui un'attrazione irresistibile. Allora si avvicinò piano, quasi per non disturbarlo, e ne aspirò il profumo a pieni polmoni. 
Fu una fogorazione.
Si sentì come mai prima, pieno della grazia del Creato, folle di gioia, pieno di una energia nuova e sconosciuta, con la voglia di danzare (si contenne, era pur sempre abbarbicato su di una piazzola di roccia a centinaia di metri di altitudine!) e di cantare a perdifiato e quindi rise tanto da non ricordare mai più per quanto tempo.
Quando tornò più o meno in sè, qualcosa in lui decise che avrebbe terminato la scalata e lo fece, in uno stato di estrema lucidità ed estasi al tempo stesso. Quando raggiunse finalmente la vetta, stentò a credere ai propri occhi: si stagliava di fronte a lui una distesa di fiori bianchi come quello che aveva operato in lui il miracolo. Fu allora che decise che avrebbe insegnato ad altri a scalare quella difficilissima e impervia vetta e portato quante più persone poteva ad annusare il profumo paradisiaco di quei fiori divini.

Per anni questa fu la sua missione. Formò e accompagnò su quella vetta moltissime persone.
Iniziarono a chiamarlo lo scalatore illuminato. Chi lo adorava e chi lo denigrava.
Molti lo derisero, dicendo che era impazzito. 
Altri tentarono l'impresa, ma rinunciarono molto prima di arrivare anche solo vicino ai fiori.
Alcuni morirono tentando.
Solo pochissimi riuscirono ad arrivare a inalare il profumo dei fiori.
Tra questi, alla maggior parte non accadde nulla, e furono questi quelli che più odiarono lo scalatore, di un odio puro e irrazionale, fino alla sua morte e oltre.
Uno perse il senno e mai lo recuperò.
Nella sua lunga vita lo scalatore vide succedere la stessa cosa che era successa a lui solo a due persone, un uomo e una donna.

Prima di morire, l'uomo lasciò loro il compito di condurre chi l'avesse desiderato e meritato attraverso quella perigliosa scalata.

Tanti però conoscevano oramai quella strada e cominciarono a portare altre persone su per la montagna, ad aprire nuove e più agevoli vie di accesso alla vetta . 
Si scatenò una diatriba tra coloro che conoscevano la via per trovare i fiori. Chi diceva che doveva essere patrimonio di tutti, chi di pochi, chi sosteneva che i fiori dovevano essere messi a macerare per ricavarne l'essenza miracolosa.

In tutta questa confusione, uno di quelli che avevano odorato il fiore senza ricavarne effetto alcuno, lo chiameremo Bugor, cominciò a raccontare alla gente del suo paese che possedeva un segreto che gli era stato tramandato dallo scalatore illuminato. Egli, sosteneva, gli aveva detto che il fiore era manifestazione di una potentissima divinità che esigeva di essere adorata e idolatrata. Solo così avrebbe dispensato i suoi doni. Bugor cominciò a tenere conferenze, dicendo che lui aveva odorato il profumo paradisiaco e dal quel momento si era trasformato, aveva acquisito doti di preveggenza, bilocazione, poteva udire la divinità e interpretarne i voleri. Se solo lo avessero ascoltato e gli avessero fatto delle offerte, lui avrebbe spiegato loro com'era il profumo di quel fiore divino, dispensandoli dall'estenuante allenamento e dalla tremenda fatica che erano necessari per scalare quella pericolosissima e aspra vetta.

All'inizio fu qualcuno, poi sempre di più; cominciarono ad ascoltarlo parlare di questo fiore meraviglioso, di come il suo profumo lo avesse trasformato radicalmente, di come assomigliasse al sentore di vaniglia, mescolato a quello del legno di cedro appena bruciato, come avesse alle volte un vago aroma di limone misto a quello dell'erba appena tagliata in primavera. Tutti lo ascoltavano a bocca aperta e già si sentivano meglio. Si narra di guarigioni miracolose avvenute durante le sue conferenze.
La sua popolarità crebbe a dismisura, tutti gli chiedevano consigli sulla vita e sulla morte, diventò un uomo ricco e rispettato dalla comunità, fu chiamato a tenere conferenze in diversi paesi, creò una religione che chiamò "Il Fiore Illuminato" che raccoglieva fondi per cause di tutti i tipi.

Gli anziani raccontano che negli anni a venire si perse la memoria di quale fosse la montagna che diede inizio alla storia. La religione del Fiore Illuminato è fiorente, i discepoli di Bugor sono rispettati e mantenuti dalla comunità, vanno in carrozza trainata da cavalli a parlare ai fedeli del paradisiaco profumo del Fiore Bianco e a raccogliere i tributi per la divinità che si manifesta attraverso di esso, con cui comunicano a piacimento e di cui riportano alla comunità voleri, consigli, dettami. Hanno creato l'Essenza del Fiore Illuminato e la vendono a giusto prezzo a tutti quelli che lo desiderano, consegna direttamente a casa, altro che scalare montagne impervie e pericolose!
Lo slogan recita "L'illuminazione alla portata di tutti, basta avere un naso!".
Si dice che stiano studiando una linea di cosmetici e olii da massaggio con Fiori Illuminati macerati, elisir di eterna giovinezza.

Dell'uomo e della donna a cui lo scalatore illuminato lasciò incarico di condurre altri sulla Via su per la montagna, ad inebriarsi col profumo di un delicato e setoso fiore bianco, piccolo ma forte sul suo stelo spesso e vellutato, nulla si è mai più saputo.


Silvia Raffaella Formia


3 commenti:

  1. "Dell'uomo e della donna a cui lo scalatore illuminato lasciò incarico di condurre altri sulla Via su per la montagna, ad inebriarsi col profumo di un delicato e setoso fiore bianco, piccolo ma forte sul suo stelo spesso e vellutato, nulla si è mai più saputo".

    ...o forse no ;D

    Che bella Silvia la favola: ci vorrebbe un bel bottoncino in stile Facebook per clickare "mi piace" :)

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  2. Brava Sil, complimenti per come scrivi! Io ho scelto l'anonimato magari ma di sperimentare con "naso" quel profumo! Ti abbraccio. Farida

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  3. lo puoi condividere...sopra c'è il bottoncino FB

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..e tu cosa ne pensi? Grazie :-)